Arte e corpo: un rapporto a intermittenza

Orlan è un artista francese che affida il suo corpo all'arte, praticando su di se operazioni chirurgiche particolari al fine di ribaltare il concetto di "bello" nella società contemporanea. Definita una "mutante-contemporanea", Orlan si fa impiantare, in diretta via cavo, due protesi (corna) alle due estremità della fronte.

“La pelle inganna […] Nella vita, si ha solo la propria pelle […] c’è un errore nelle relazioni umane perché uno non è mai ciò che ha […] Ho una pelle d’angelo ma sono una iena, ho una pelle di coccodrillo ma sono un cucciolo, una pelle nera ma sono bianco, una pelle da donna ma sono un uomo; non ho mai la pelle di ciò che sono. Non ci sono eccezioni alla regola perché non sono mai ciò che ho…”: E. Le Moine Luccioni.


Tra filosofia e poetica non c’è alcuna differenza, tra realtà e finzione neanche, l’arte racchiude tutto, perché è l’unico mezzo che permette alla persona di “trasformarsi” senza essere standardizzata.


C’è né molta di filosofia nelle performance di Orlan; un’agire che va al di là delle mode e dell’estetica moderna. Non si tratta di stereotipi da imitare, ma di pensieri profondi. Servirsi del proprio corpo per diramare idee e concetti o per esprimere se stessi è tutto ciò che fa quest’artista.


Arrivata alla fama internazionale grazie ad alcune performance estreme, Mireille Suzanne Francette Porte, in arte Orlan, è considerata un esponente della Body Art, quella corrente artistica nata negli anni 60’ e che ancora oggi non si è esaurita.

Orlan inizia le sue performance nel 1964 e dal 1986 al 1993 si sottopone a una serie di operazioni chirurgiche documentate in video. La sala operatoria diventa uno studio di registrazione, arredato a suo gusto come un ufficio dove poter rispondere al telefono; Orlan non si sottopone ad anestesia totale, ma bensì locale per poter comunicare, in diretta, con i suoi spettatori, i quali increduli o luminari assistono alla metamorfosi tecnologica dell’artista.

Nel ’93 si fa impiantare due protesi (corna) alle due estremità della fronte per distruggere il concetto stereotipato di “bello” nella società odierna.

È stata definita una “mutante contemporanea”, dotata di coraggio e di grande personalità; descritta come un’artista blasfema, ironica, iconoclasta e sfacciata, nella cui mente, il vero e il falso convivono in un mistero.


Operazioni-performance hanno man mano portato il volto di Orlan ad assomigliare sempre più alle donne dei memorabili padri dell’arte:  la Monnalisa, Diana, Psiche, Europa e Venere, i volti femminili più conosciuti della storia.

Orlan affida il suo corpo a una poetica particolare, in cui la provocazione della carne, che sta alla base del suo lavoro, rovescia i concetti di vita e accorcia le distanze di significato tra reale e virtuale.


Una doppia mostra tra Milano e Lucca curata da Eugenio Viola: ORLAN AAKA ORLAN per “prometeogallery”  è l’ultimo lavoro dell’artista (in collaborazione con il collettivo australiano dei SymbioticA) che consiste nel mettere in coltura alcune cellule della sua pelle, ibridate insieme a quelle di persone appartenenti ad altre razze con l’obbiettivo di ottenere brandelli dermici di colori differenti, per poi cucire un “mantello di Arlecchino” che rappresenterebbe proprio i miscugli della nostra società.

Il corpo umano diventa un territorio di sperimentazioni, un “luogo” asettico dove sperimentare protesi e impianti, ma anche un terreno da dove raccogliere materiale e pezzi da assemblare.

Un’altra artista performer che pratica l’arte sul proprio corpo è Marina Abrmovic; nel caso di questa artista però c’è un rapporto tra corpo e mente che approfondisce  la relazione tra performer e pubblico.

All’inizio del suo percorso artistico, negli anni ’70, le sue performance erano più drastiche, più fisiche ed erano più brevi; ora sono molto più lunghe e intense. La sua ultima performance racconta il silenzio e gli sguardi: al MoMA di New York, Marina Abramovic è rimasta seduta in silenzio per 7 ore al giorno guardando negli occhi gli spettatori. L’artista l’ha definita una delle performance più radicali della sua vita.



www.orlan.net