Le identità (s)velate della moda

23 Aprile 2012

Si è da poco concluso il lungo mese di sfilate che hanno presentato le collezioni per l’autunno/inverno 2012, e abbiamo visto che le capitali della moda hanno svelato varie identità, più o meno nascoste.

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E’ finita l’epoca della New York sportiva e dinamica, della Londra sperimentale, della Milano prêt-à-porter e della Parigi creativa. Adesso il mescolamento di stili, di provenienze e di esperienze ha fatto sì che l’identità di una città si rivelasse per quello che realmente è: un meraviglioso crogiuolo cosmopolita di idee.

Orientali che sfilano a New York prendendo spunto dallo sportswear occidentale, italiani con gran senso della couture a Parigi e giovani talenti che calcano le passerelle milanesi, fino a qualche tempo fa territorio difeso con i denti dai grandi stilisti che negli anni ’80 hanno trasformato la città meneghina nella capitale della moda in Italia.

Per l’autunno/inverno 2012 Alexander Wang ha proposto a New York una collezione che gioca con elementi gotici e dark: giacche a scatola, pantaloni alla caviglia e un meraviglioso effetto gommato. Le sorelle Mulleavy per Rodarte hanno mandato in passerella un tributo all’Australia e alla cultura aborigena, rituale e primitiva.

A Milano, Prada ha fatto sfilare una collezione grandiosa e magistrale: in passerella tutti i capi cult del guardaroba maschile rivisti in una versione più contemporanea, meno androgina e più femminile.

Raf Simons ha detto addio a Jil Sander e l’ha fatto con una collezione epica, perfetta nei tagli e nelle proporzioni che fa omaggio alla couture degli anni ’50.

E poi a Parigi Riccardo Tisci per Givenchy, Giambattista Valli, Maria Grazie Chiuri e Pier Paolo Piccioli per Valentino mandano in scena collezioni dai tocchi eleganti e sapienti. Mentre Marc Jacobs per Vuitton questa volta ha fatto arrivare in passerella un vero e proprio treno, una sorta di Louis Vuitton Orient Express.

Ha più senso parlare di moda americana, italiana o francese? Molto probabilmente no. La moda non ha più un’identità definita; piuttosto la sua essenza è delineata da innumerevoli sfumature volte a raccontare le tendenze, più o meno passeggere, di ogni stagione.

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