Se sulle passerelle di questo A/I 2010-2011 è il gusto barocco a prevalere, per la sua artificiosità esagerata, ma pur sempre legata ad un concetto di eleganza di quei tempi, il marchio “Fashion East” ha davvero caricato, a più non posso, di significato negativo il termine “barocco”, che già etimologicamente non gode proprio di una valenza positiva.
Va bene l’estrosità, la fantasia, la stravaganza e anche il bizzarro, perché tutto è concesso nel mondo della moda, ma sembra proprio che questi tre designer (Nasir Mazhar, Heikki Salonen e Michael Van Der Ham) quest’anno abbiano fatto del Trash la loro filosofia. Abiti – non abiti aprono la sfilata abbinati a parrucche forse più coprenti delle stesse mise indossate da modelle truccate come fossero giapponesi medievali.
Vogliano per caso ricordare la parrucca, elemento distintivo del periodo barocco e trionfante accessorio indossato tra il fasto di corte dei secoli XVII e XVIII? Se così fosse sarebbe una rivisitazione alquanto pessima portata su una passerella total cyber punk.
Poco a che vedere con il barocco, se non per il concetto di ridondanza, la parola chiave per questa sfilata è assolutamente “Trash”. Un cattivo gusto selvaggio che sfida le regole dell’estetica, uno streetstyle fatto di reti, coulottes e reggiseni a vista, cuissards e capelli sintetici rosa shocking e blu.
E se l’arte, nella cultura del Seicento ama rappresentarsi e celebrarsi fastosamente, che allora inizi pure ad urlare!