Talvolta, osservando un quadro, una scultura, un oggetto o un abito, capita che la nostra immaginazione tenga conto di sensazioni ed emozioni contrastanti tra loro. Ci ritroviamo disorientati ma incuriositi, meravigliati e un pò smarriti, sorpresi e intrigati e il più delle volte, per comprendere quello che l’artista vuole realmente dirci, ci serve del tempo e soprattutto molta attenzione. E’ così che ci si sente davanti alle opere di Terri Stiles Alkayali, visibili nel sito www.technotribalart.com.
Un immaginario surrealista, “che racconta gli aspetti sacri e profani della vita con humor” e che per farlo si serve di strumenti apparentemente in collisione tra loro: sfondi multicolore lasciano la scena a omini vestiti di lucenti lampadari; tele raffiguranti statuette di divinità arcaiche che passeggiano in circolo sulla luna; bronzi di natura etnica che sembrano giochi per bambini. Non c’è una formula unica e ogni opera si regge da se con forte presenza e potenza scenica.
Gli unici punti che accomunano tutto il percorso dell’artista, sono la sorpresa e l’immaginazione. Un balzo nell’infanzia, come se si tornasse a giocare alla ricerca di un tesoro perduto e quando poi si inciampa in un qualsiasi oggetto metallico le domande sono sempre le stesse: appartiene al passato, al presente o al futuro? Che cos’è? che significato ha?. E’ questa la linfa che passa attraverso i bronzi Alistoi, Cerberus ed Ergo, dal nome mitologico e dalla superficie porosa e consumata, come relitti recuperati in mare.
La fusione di elementi organici e metallici è perfetta, donando ad ogni singola opera un fascino che unisce l’ancestrale al moderno; in questo caso l’immaginario mistico della cultura tribale, fa un passo in avanti e si unisce alla tecnologia. Quando i due elementi si incontrano, ne esce una miscela perfetta; per usare le parole dell’artista “ l’uomo è l’essenza della tecnologia, della tribù e del futuro. La tecnologia fa evolvere la storia di una tribù e al tempo stesso la tribù permette alla tecnologia di esistere”.
La estemporaneità è la forza della Alkayali ed è ciò che le permette di non dover dare una spiegazione razionale al suo lavoro, ma permettersi di lasciarlo parlare da solo. In fondo l’arte non ha mai vestito abiti stretti o definiti, non è mai stata chiusa in categorie, ma piuttosto ci insegna a sviluppare l’immaginazione e la fantasia, fornendoci gli strumenti per riflettere il nostro genuino spirito in ogni cosa che osserviamo.