Fuggiamo dalle luci artificiali e dal cielo grigio lasciandoci travolgere dai colori e dalle forme di una natura incontaminata.
Sembra ormai questa la strada intrapresa dalla moda negli ultimi anni , che dall’Art Dèco , fino al ’67 con Ysl e ’80 con Christian Lacroix e Jean Paul Gaultier, trovarono nelle tribù il loro legame con la realtà, la loro fonte di inspirazione.
Il movimento verso l’origine e l’interesse per l’incontaminato continua ancora oggi. L’Estremo oriente , l’Africa e l’America Latina sono le mete prescelte dalle ultime collezioni di molti stilisti tra cui Chanel , Giorgio Armani , Vionnet , Proenza Scouler. Enormi bracciali , collane di legno , stampe leopardate, abiti di piume e turbanti Tuareg, sono solo alcuni degli elementi ripresi nelle ultime collezioni. Veniamo così catapultati tra le tribù Africane alla ricerca di un primitivismo che evoca Pablo Picasso , e magicamente travolti dal fascino dei colori esotici che incantarono un tempo Paul Gauguin.
La ricerca della purezza nasce da un bisogno irrefrenabile di libertà. La natura e i popoli che sanno accoglierla con rispetto appaiono perciò la via di’uscita da una triste omologazione che investe il nostro secolo. E’ l’uomo perciò a muoversi nuovamente verso le tribù , uniche ad aver salvaguardato nel tempo l’ equilibrio delle forme e dei colori del paesaggio, unite ad un vestiario incontaminato.
Siamo quindi protagonisti di un fenomeno che a macchia d’olio si è diffuso progressivamente negli anni, quello del viaggio non organizzato ed indipendente. I BackPacking , Hobo, sono solo alcuni dei moderni esploratori che si muovono verso la conoscenza del mondo per presa diretta , lontano dal caos della civiltà .
Sta forse nascendo una nuova tendenza , o meglio , un bisogno ?
La Tribù si trasformano in una fonte di inspirazione non solo per le passerelle, ma in modo più esplicito per la società.
Scomponiamo , distruggiamo l’eccesso per la ricerca della purezza . Sembra questa la giusta via da intraprendere.