Abiti versatili

L’impossibilità alla stanzialità, l’esigenza del respiro e dello spazio, il desiderio profondo dell’immediatezza e ancora l’esigenza di potersi esprimere al di fuori dei soliti limiti convenzionali.

Una continua ricerca di stabilità, che una volta raggiunta, porta le menti più creative a sentirsi intrappolate in confini che non le appartengono.

Da qui cominciano i tentativi di fuga che fanno riaffiorare l’origine nomade che è in ognuno di noi.

Una vita nomade ha bisogno di leggerezza e flessibilità, e proprio alla base di queste esigenze alcuni designer hanno già proposto le loro collezioni.

La stilista americana Jaclyn Starker e il graphic designer cileno Rodrigo Alonso, hanno rappresentato questa nuova tendenza con delle creazioni davvero particolari.

Il loro stile non ha niente a che vedere con l’individuo agghindato da gitano con tanto di zaino di pelliccia e colbacco rasta, si tratta piuttosto di puro e semplice minimalismo in cui domina la praticità.

Ispirandosi alla cultura nomade dei Selk’nam, Rodrigo Alonso realizza la “Musuc Bag”; una tuta che diventa sacco a pelo e che regala tutto il comfort del movimento e del calore. Tute che addirittura possono assumere le sembianze e l’utilità di una tenda da campeggio.

La tribù cilena dei Selk’nam rappresenta infatti, per Rodrigo Alonso, l’essenza estetica per eccellenza: grande capacità di movimento e resistenza anche alle condizioni climatiche più avverse.

“Wearable Shelter” è invece la collezione ideata da Jaclyn Starker, e consiste in un set di tre capi che si trasformano da sciarpa a dimora portatile, il tutto realizzato con materiali da campeggio.

La “Wearable Shelter” è un progetto che nasce dalla collaborazione di tre giovani studenti di design di Philadelphia, che offrono un abbigliamento adatto a qualsiasi clima di giorno e rifugio isolante durante la notte.

Che dire? La moda è qualcosa in continua evoluzione, che l’uomo porta con sé in ogni suo spostamento, viene contagiato e contagia non appena espatria dal suo luogo di appartenenza, e proprio per questo motivo è l’unico fenomeno a cui si può riconoscere di buttare uno sguardo attento al futuro. Questo avvenire porterà l’uomo a riconoscere nella quinta essenza il “viaggio”, poiché insoddisfatto delle certezze acquisite, è sempre più desideroso di acquisirne delle nuove.