Robbie Spencer fa parte del team di Dazed&Confused dal 2005 e attualmente è il Senior Menswear Editor del magazine di Street Culture. Vive a Londra, collabora anche con Wallpaper, GQ, 10, AnOther, Vogue Homme Japan ed è consulente per J.W. Anderson, Topman, Burberry, Nicolas Pedreu, Sunspel, Levi’s e Liberty of London.teststarter
La visione di Robbie Spencer è facilmente identificabile: i suoi servizi sono tutti costruiti in modo tale da spingere la moda e l’arte oltre i propri confini. L’estetica di Spencer crea immagini e visioni che possano funzionare esattamente come opere d’arte.
La sua predisposizione al mescolamento, dove tutti i codici non sono definiti da regole ma sono fluidi e si muovono in libertà, è la massima forma di democratizzazione della comunicazione.
Il linguaggio di Spencer, nonostante a primo impatto può sembrare elitario per la difficoltà del messaggio che propone, non è altro che la perfetta sintesi di ogni tipo di forma artistica.
Il suo sguardo, che oltrepassa le barriere culturali imposte dalla società, è malinconico e leggero. Robbie Spencer ha fatto della libertà nell’essere creativi, contemporanei e indipendenti allo stesso tempo, la propria forza ed è per questo che insieme a Dazed&Confused ci narra di mondi nuovi e misteriosi, animati da personaggi meravigliosi, eccentrici e fuori dagli schemi. Così Beth Ditto diventa una donna affascinante nonostante le sue forme più che curvy; Tati Cotliar un nuovo personaggio di Giuseppe Arcimboldo e Daniele Radcliffe smette i panni di Harry Potter e diventa un moderno uomo delle caverne.
I personaggi, da cui Spencer trae ispirazione, vivono al limite e fanno parte di quelle sottoculture giovanili nate tra gli anni ’50 e gli anni ’60: beatniks, mods, teddy boys e skinheads.
Le sue collaborazioni (una delle più grandiose è quella con Richard Burbridge e l’artista italiano Maurizio Anzeri) rappresentano il perfetto mix artistico necessario affinché una fotografia di moda rappresenti l’Età della Follia: una favola avventurosa contaminata da forza e fragilità.C4040-221