Da semplice piattaforma lunga e stretta, la passerella si innalza a luogo di comunicazione estetica, artistica, culturale, grazie all’abilità di alcuni stilisti-artisti che l’hanno trasformata in una vera e propria performance artistica.
La moda, non più quintessenza del frivolo e del vacuo, è oggi un’interprete e un’osservatrice degli accadimenti storici e dei mutamenti nel sociale. Racchiude in sé, come un settore interdisciplinare e plurisemantico, elementi diversi e anche in apparente contraddizione tra loro: è superficiale e profonda insieme, è frivola e sostanziale nello stesso tempo.
La passerella è la sintesi suprema dello sfavillante mondo della moda: il “defilé”, che in passato ha rischiato di ridursi a un vuoto contenitore privo di senso, è divenuto evento culturale di grande interesse, portatore di novità, di senso, di messaggi culturali. Si è capito, finalmente, che la moda non è una “turris eburnea” completamente avulsa dalla storia, ma di questa si nutre, nella storia respira, crea, inventa, e nel suo svilupparsi e rinnovarsi, incide, a sua volta, sul reale.
La immaginiamo come una sfera permeabile, in divenire, in continua evoluzione, un flusso di idee e tendenze in perenne movimento, ma dolce, ondeggiante. Èil fenomeno fluxus . La passerella ne diviene l’emblema stesso: un moto continuo, instabile, senza condizionamenti, che riflette quello che la moda, dal suo osservatorio particolare del mondo, scruta, studia e sintetizza.
La passerella ascende così a una categoria superiore, tende verso l’arte divenendo evento unico, irripetibile, happening: ossia un incontro multimediale fra le varie espressioni artistiche, capace di coinvolgere sensi diversi, al fine di giungere a un superiore risultato artistico. In questo modo l’happening non è suscettibile di ripetizione, in quanto la sua stessa anima si pone come antitesi del noto, del seriale, del comune ed è protesa nel tentativo di non soffocare l’arte nella routine.
Ed è così che la cornice dell’esibizione artistica non è più lo spazio museale o la galleria, storicamente deputati come sfondo delle sfilate di moda. Viceversa, è l’artista stesso che irrompe negli spazi più comuni – e, pertanto, più inaspettati – della città; li conquista e li trasforma in ambienti teatrali, coinvolgendo all’iniziativa lo spettatore sorpreso; riducendo, di fatto, la distanza tra arte e vita.