“La vera regola, cor mio bello, è saper rompere le regole a tempo e luogo”. Gian Battista Marino.
Evadere dalla realtà attraverso gli eccessi e la spregiudicatezza; un’attenzione esagerata alle forme, quasi a voler compensare, con un’artificiosità esaltata, la limitatezza dei contenuti; come se solo l’impatto visivo riuscisse a comunicare un desiderio d’innovazione, che parte da dentro, ma riesce a manifestarsi solo attraverso il corpo.
Un desiderio che rimanda al periodo Barocco, quello di voler riuscire in ogni modo e forma a suscitare quell’effetto meraviglia, a volte anche troppo forte, per gridare al proprio pubblico un desiderio di novità e cambiamento.
La moda sceglie di esasperare le proprie forme, di proporre qualcosa di surreale che porti il suo soggetto a evadere dalla propria realtà e dalla propria forma, reinterpretando il concetto di volume e scegliendo di comunicarlo attraverso il linguaggio dell’esagerazione.
Un richiamo allo sfarzo barocco dunque, iniziato con la collezione “testamento” A/I 2010/11 di Alexander McQueen, in cui un tripudio di rosso e oro, uniti a carichi ricami e decori, riempie le gonfie gonne plissettate e impreziosisce le giacche strette in vita. Commes de Garçons si pone invece come creatore di una nuova shilouette, esasperando le forme del corpo con imbottiture che rivoluzionano l’anatomia femminile, nascondendo la sua vera identità sotto ruche e volant. È sulla sensualità invece che punta Cavalli, accentuando lo spirito sfacciato di una donna romantica ma inquieta che reinterpreta il lusso bohemienne.
Un’esteriorizzare senza limiti, un’evasione dalla propria realtà per esprimere attraverso i dettagli del corpo, la propria voglia di apparire.
Un desiderio che ritroviamo anche nelle collezioni P/E 2011, con una donna Prada che abbandona il minimalismo per lasciarsi corrompere dal gusto di caricare ogni pezzo della sua collezione. E se la maison Prada, unisce ananas e banane a balze e volute barocche, anche Jean Paul Gaultier punta sull’esasperazione delle forme, per dare l’illusione a grasse e magre di poter condividere lo stesso armadio.
Un linguaggio di cui si è servita la moda nelle ultime stagioni per esprimere un rinnovato desiderio di sfarzo, chi in modo più diretto e chi più contenuto, “l’effetto meraviglia” è assicurato. Il buon gusto a volte un po’meno.