Il loro appoggiarsi a un’estetica consolidata, provata e riprovata e persino snob fa delle CocoRosie, duo musicale americano formato nel 2003 dalle sorelle Bianca Leilani Casady e Sierra Rose Casady, un vero e proprio momento di apoteosi musicale. A metà strada tra la polvere di stelle e la lirica sono queste due sorelle amate, odiate, osannate e criticate da tutti. 642-515
I destini di Sierra e Bianca Casady sono separati fin dalla nascita: la prima nasce nell’Iowa e la seconda nelle Hawaii; unite da bambine nel girovagare per gli States in compagnia di genitori decisamente anticonformisti (la madre artista e il padre cultore dello sciamanesimo), si dividono quando Sierra, cantante di gospel, vola a Parigi a studiare da soprano in conservatorio, mentre Bianca, aspirante poetessa hippie, prosegue il suo percorso da nomade attraverso il Vecchio Continente.
Nel 2003 Bianca bussa all’appartamento della sorella a Montmartre, e il rendez-vous, che doveva essere una semplice riunione familiare, è in realtà la scintilla che ha messo in moto una prodezza musicale. Da quel momento in poi, le ragazze passano quasi ogni ora delle loro giornate in casa di Sierra, registrando il primo disco in cameretta, in mezzo alle cianfrusaglie, alle sedie che scricchiolano e ai giocattoli; oppure in vasca da bagno. Con una chitarra, sample elettronici e qualche bizzarro rumore catturato sul campo, tra cui una macchina da popcorn, il canto di un gallo e una caffettiera riescono a fare un’irripetibile magia musicale; irripetibile per il tipo di sound ottenuto: il classico, bellissimo e lirico lo-fi da cameretta.
La loro musica è divina e pagana allo stesso tempo, indie rock e folk psichedelica, tutta sussurri e disarmonie vocali; le CocoRosie si dividono i compiti, Sierra alla chitarra, flauto e voce, Bianca alle percussioni e voce, e si lanciano in orbita senza paracadute creando fatate filastrocche condite da una girandola di trovate.
Ascoltare le CocoRosie è come fare un tuffo nell’infanzia, è sfogliare foto ingiallite dal tempo e respirare l’odore della polvere e delle muffa in cantina. Le loro voci ci accompagnano a rovistare tra i vecchi scatoloni, quelli in cui si può trovare un vecchio giocattolo oppure una coperta in maglia della nonna, la stessa che ci avvolgeva mentre ci addormentavamo da piccoli al racconto di una fiaba.646-171