Dressed like a room

Mary Katrantzou e la sua estetica iper-realista. La designer di origine greche, dimostra come sia possibile fondere l'architettura e il design con abiti e tessuti, dando vita a vere e proprie opere d'arte, sicuramente sopra le righe e ai canoni cui siamo abituati, ma di certo non scontate e ricche di creatività. Ancora una volta vediamo con qualunque forma, oggetto o materiale, anche se decontestualizzato, possa divenire simbolo della moda di domani ed elemento must del nostro guardaroba.

Avete mai visto utilizzare una lampada, con tanto di filo per accenderla, come stampa per un vestito? O un collo decorato con magnifici gioielli in trompe l’oeil? Probabilmente non tutti avrebbero il coraggio di indossare un abito o una scarpa che abbia come fantasia il dettaglio degli interni di una bella casa o i particolari di un dipinto di Fragonard , ma la giovane stilista Mary Katrantzou, ne ha fatto il suo marchio di fabbrica e ne è a dir poco orgogliosa.

Di origini greche, ha studiato architettura alla Rhode Island School of Design in America, per poi trasferirsi a Londra e frequentare il corso di Textile Design presso l’ormai rinomata scuola d’arte Central St. Martins.

Dopo brevi collaborazioni con i designers Bill Blass e Sophia Kokolosaki, Mary crea il suo label e presenta la sua prima ‘capsule collection’ fatta di soli ma unici dieci pezzi nella primavera del 2009, durante la fashion week londinese, grazie a NEWGEN, l’associazione inglese creata nel 1993 per lanciare giovani talenti nel mondo della moda, che le ha dato l’opportunità di avere i fondi ed il suo primo stand. Ora le sue creazioni sono vendute in spazi come Browns, Colette, Corso Como. E lei ha soli 28 anni.

Ciò che rende nuovo e diverso il lavoro di questa stilista, ed artista, è sicuramente l’utilizzo originale delle stampe unite alla nuova tecnologia digitale; colorate, esagerate con temi grafici e simmetrie eccezionali. In un momento in cui la moda sembra dirigersi sempre più verso un concetto minimalista ed essenziale, le creazioni di Mary Katrantzou sono invece eccessive e molto decorative.

Il passaggio dagli studi d’architettura alla moda è stato più che utile alla stilista: ha utilizzato infatti le sue conoscenze applicando una struttura impeccabile ai suoi modelli, molto basici e semplici nelle forme, per poter dare più spazio agli eccentrici motivi delle stampe che s’ispirano contemporaneamente all’arte e al design (sembra infatti che una delle sue prime fonti d’ispirazione, siano state proprio le riviste d’arredamento come  AD o The World of Interiors) cosa che rende la sua ricerca una sfida sempre più interessante e impegnativa.

Ogni stampa, viene ‘costruita’ tenendo conto del corpo femminile e delle sue forme, ed il disegno del pattern, viene lavorato in modo Sie werden hart gedruckt werden, um in einem Online Casino Gaming Club oder in den Vereinigten Staaten zu gehen und nie eine gro?e Anzahl von Spielen von diesem Hersteller. da esaltare il corpo della donna senza appesantirlo; lo stile cambia in base alla stampa e viceversa. Inoltre la maggior parte dei disegni usati per le stampe, provengono da bozzetti con ombreggiature in 3D, particolare fondamentale e assolutamente innovativo, poiché fornisce il movimento all’abito trasmettendo immediatamente la sensazione di ‘realtà’ degli oggetti e dei luoghi rappresentati; la stilista la definisce ‘estetica iper-realista’.

Il tema della collezione “Ceci n’est pas une chambre” (questa non è una stanza), presentata per la primavera/estate 2011, è appunto ispirato agli interni, ed è partito dallo studio di alcune foto di moda di Helmut Newton e Guy Bourdin, famosi per i loro scatti decisamente espliciti e sensuali; e proprio osservando le foto di Bourdin, ci si accorge dell’importanza che hanno gli ambienti in cui vengono fotografate queste bellissime donne perlopiù seminude, quasi a far prevalere l’arredamento della stanza rispetto alla donna che vi è ritratta all’interno. Da qui l’idea della designer di “vestire” letteralmente le donne con i colori, la trama, gli oggetti e le consistenze delle pareti in cui sono collocate.

Anno dopo anno, il tema cui s’ispirano i pattern, e quindi le intere collezioni, cambia e si sviluppa evolvendosi in direzioni sempre più complete e stupefacenti: dalle grandi e supercolorate bottiglie di profumo per il suo debutto nella primavera del 2009, fino all’ultima sfilata ispirata alle porcellane di Meissen, alle preziose uova Fabergè, ai vasi Ming e alle decorazioni in stile cloisonnè. Nulla di semplice da indossare ma certamente adatto a chi cerca una forte ed inconfondibile identità affiancata ad uno stile ricercato e sofisticato.

 

immagine da www.adorbs.files.wordpress.com