“All you need is love love, Love is all you need”
Così cantavano i Beatles in una delle canzoni più popolari della loro discografia. E forse anche quella che meglio rappresenta il movimento hippy, corrente nata per di più da persone che ereditarono il dissenso dei primi Bohèmien e dai Beatniks.
Le cose in cui credevano gli hippy erano poche,due per la precisione: amore e pace. E su questi due concetti che si sviluppa tutta la loro filosofia, che influenzò moda e costumi degli anni ’70 e di oggi.
Si può pensare ai Beatles, che dal 1967 in poi cambiarono letteralmente il loro concetto di esprimersi attraverso le 7 note, passando dal pop da classifica al rock psichedelico.
Tutta la scena musicale gira intorno ad esso, che tramite gli Hippie verrà accostata alla natura. Suoni acidi che sembrano provenire dalle viscere della terra, che insieme alla droga e alle conseguenti allucinazioni, ti proiettano fuori dal corpo e ti fanno vivere esperienze al di là della coscienza.
E’ per questo che la droga è elemento fondamentale di questa cultura, per lo più si tratta della “categoria” allucinogene: mescalina, funghi allucinogeni, cannabis ma soprattutto LSD.
L’evento cardine di questa generazione fu la Summer Of Love; siamo nel 1967 a San Francisco che diventa il crocevia di tutto o quasi: cultura, musica, poesia, nuova letteratura, protesta sociale, rivoluzione dei costumi e della moda. Quasi 100 mila giovani provenienti da ogni parte degli USA e del Mondo che si stabilizzano nel distretto di Haight-Ashbury.
La scena musicale di San Francisco esplode, droga e genialità faranno uscire dai vari club artisti del calibro di: Joni Mitchell, Mamas & Papas, Byrds, Grateful Dead, Janis Joplin, Jefferson Airplane, Quicksilver Messenger Service, Buffalo Springfiled, Canned Heat e molti altri.
Un vero e proprio “viaggio”, alla scoperta di un io più profondo, nascosto e che si pensava potesse venir fuori solo grazie a della grande musica, a lunghi capelli davanti agli occhi ed enormi collane di fiori.
In realtà c’è molto di più; la psichedelia ha abbattuto muri di perbenismo che sembravano invalicabili e che grazie ad una generazione di ragazzi “amanti” della realtà che li circondava, che riuscivano a ballare anche rotolandosi nel fango ed a vivere in fungoncini nel bel mezzo della natura selvaggia, scelsero la via più artificiale per la ricerca del piacere.
Ph. BusGreg