Una stradina si distacca dall’arteria principale, e rotola giu’. Dal versante occidentale della collina, cade, come fosse un tappeto rosso, uno strascico di asfalto. Dopo pendenze scivolose un vecchio cancello di legno sbarra l’ingresso. Una casa rustica dai dettagli laccati di rosso sbuca tra i rami. Benvenuti a Campos de Gutierrez.
A soli venti minuti dal cuore caotico di Medellin, seconda citta’ per grandezza della Colombia, c’è un’oasi che vive in un tempo cristallizzato. Una casa costruita nel 1857 per produrre caffè, oggi produce arte. L’obiettivo di Andres Monzon Aguirre, fondatore e direttore della fondazione Campos de Gutierrez è quello di uno spazio, fisico (la casa) e metafisico (la fondazione), di scambio, dove si possano mischiare le idee, le menti e le culture. La casa infatti funge da residenza temporale per artisti stranieri, i quali, a gruppi di sei, condividono per tre mesi spazi e tempi. Mentre la fondazione lavora come vetrina per gli artisti colombiani fuori e dentro il paese. Per essere ospitati a Casa Gutierrez è necessario presentare un progetto coerente e realizzabile nell’arco dei tre mesi. Al termine dei quali viene organizzata un’esposizione in una delle gallerie associate di Medellin e a Tokyo. Due membri del team della fondazione si trova infatti in Giappone. Da qui, oltre a selezionare i candidati, Evita Yumul e Yu Morishita organizzano esposizioni con gli artisti che partecipano al progetto Gutierrez. Ogni artista lavora, nel grande e profumato studio in legno o sfruttando il forno da ceramica vicino la cascatella, ad un progetto proprio. Anche se non di rado nascono collaborazioni all’interno del gruppo e le menti si influenzano dando vita a progetti “spuri”. Ogni venerdi’ sera inoltre il gruppo, che in breve diventa una famiglia, con pregi e difetti annessi, si riunisce per fare critica e auto critica delle opere in corso. Un flusso continuo di stimoli e impulsi attraversa le stanze della casa, fino a sgorgare nella città con la mostra finale e ad essere conservato successivamente a Casa Barrientos, l’archivio della fondazione dove Rita Crocker coordina passato e presente, tra gli antichi documenti appartenenti all’abitazione, mobili d’epoca e i lavori prodotti all’interno della casa.
L’accesso alla casa è complicato. Bisogna lasciarsi scivolare. Giu’ per le discese, giu’ fino ad un’altra dimensione.
Questo elemento preoccupava Andres Monzon quando, tornato nel suo paese d’origine dopo anni vissuti tra gli States e Seul, decide di dare una seconda vita alla casa di famiglia. E invece, inaspettatamente, proprio questo elemento si è trasformato in un punto di forza. La casa è rifugio. Sfugge alle logiche della rapidità. Qui il tempo assume un valore nuovo. Lentezza diventa sinonimo di qualità. Proprio per la re-valorizzazione dell’attesa, Andres dedica tempo e spazio alla lavorazione della ceramica. Artista egli stesso, crede nella forza del lavoro manuale, dei tempi lenti, della stratificazione, della condivisione e collaborazione. Concetti che vivono in tutti i suoi processi. Da “Icon and The pall” dove interviene su immagini iconiche della società, come le statuette pre colombiane che dipinge con smalti per metà, a MAATI, l’ultimo nato in Casa Gutierrez, progetto per recuperare e sviluppare una cultura della ceramica locale, passando ovviamente per Campos de Gutierrez, opera in se di crowdsourcing e lente connessioni.
Leggi l’intervista completa ad Andres Monzon Aguirre, sarà pubblicata a breve su Fashion E-zine.
Guarda il servizio fotografico scattato dentro Casa Gutierrez.
http://www.camposdegutierrez.org/