Una stilista che ama rappresentare le sue collezioni in chiavi sempre diverse traendo ispirazione sopratutto dagli anni ’50; non solo dalla donna di quei tempi ma sopratutto dall’arte decorativa…
Carolina Galan Montoya è una giovane designer di origini colombiane che punta sulla qualità dei tessuti e su una donna sognatrice, un’attrice degli anni ’50, bambola, ma consapevole della sua personalità decisa.
Ha saputo unire due grandi passioni: interior design e fashion design, quest’ultima totalmente Made in Italy perché uno dei suoi tratti distintivi è proprio la continua ricerca del bello estetico, dell’eleganza e la cura dei dettagli.
Una laurea in architettura e poi l’ingresso nel settore della moda come fashion designer; stesso percorso di Gianfranco Ferrè, un grandissimo nella storia della moda italiana.
Subito anche tu ottieni un grande successo rientrando tra i quattro vincitori del contest dedicato agli stilisti Italian Next Fashion Talent.
– Pensi che una formazione in architettura possa influenzare in modo particolare il lavoro di uno stilista?
Queste sono grandi parole, un grandissimo nome in Italia e nella storia della moda. Sicuramente il fatto che io abbia studiato architettura ha influenzato molto il mio lavoro di stilista; a questa domanda ho sempre risposto che per me è stato un percorso naturale perché ho sempre avuto la passione per la moda come un mezzo per esprimersi e divertirsi.
Da piccola osservavo mia madre che adorava farsi abiti da sola e sono cresciuta immersa da tessuti, carta e forbici!
Credo che il processo creativo e la metodologia di progettare una casa, un abito, un oggetto siano sempre gli stessi. Un percorso che non è anomalo per le molteplici discipline creative e nel mio caso è ovvio che la metodologia nel costruire un abito trovi le sue fondamenta nell’architettura; ad esempio lavoro con la carta al posto della tela, mi risulta più comodo e riesco a visualizzare meglio quello che stò per creare.
La scelta dei tessuti deve essere nobile: fibre naturali, seta, lino, cotone, cashemere… come quando creavo uno spazio, la scelta era sempre la stessa, materiali puri come: le pietre, il legno, l’acciaio, il vetro…
– Ho letto che le tue collezioni sono spesso ispirate ai film italiani degli anni cinquanta, perché? Cosa ti affascina di quel periodo?
In generale degli anni cinquanta mi affascina soprattutto l’architettura. L’epoca del movimento moderno. Un momento di rottura con l’eccesso delle decorazioni per preferire invece linee essenziali nello spazio e nei materiali senza però mai cadere nel minimalismo.
Nel campo della moda un pò come ha fatto Chanel.
Per la mia collezione primavera/estate 2010 mi sono ispirata al “little black dress” con la sua vita segnata, il volume della gonna ampia e la silhouette perfetta. Il tutto drappeggiandolo direttamente sul manichino. Mentre per questo autunno/inverno 2010-11 ho pensato a un collage di materiali diversi prendendo spunto da un immagine di uno spazio interno.
– Da dove trai altre ispirazioni?
Le persone che lavorano a stretto contatto con le discipline creative, quindi gli artisti, guardano tutto e nel mio caso è proprio così. È pazzesco perché a volte riguardo i miei sketch book e sono colmi di cose tutte molto diverse, a volte senza nessun nesso logico tra loro; donne per strada, palazzi, spazzi interni, oggetti vari, natura…
– Chi è il tuo idolo per eccellenza?
Anche in questo caso devo parlare di architetti: Le Corbusier e Mies Van der Rohe.
Nella moda comincio sempre ispirandomi a Chanel e Balenciaga.
In Italia Prada è quella che preferisco.
– Se la tua vita fosse un film, chi sarebbe il regista?
D. Barbieri (il mio fidanzato)…. se veramente la mia vita fosse un film vorrei che fosse lui il regista. Scherzo! Mi piace Soderbergh, Almodovar e Fellini.
– Come descriveresti il tuo stile?
Credo di essere alla continua ricerca di un’estetica, di una forma e di uno stile sempre in evoluzione. Disegno e realizzo per una donna molto femminile, sensuale ma allo stesso tempo con una grande forza interiore, sicura di sé, padrona del suo corpo; intellettuale, ma leggera insieme, con un grande senso dell’ironia.
– Dove possiamo trovare le tue creazioni?
“Blommingdales” Dubai, “Panorama” Tokyo, “S&S style” Kuwait, “Le Defi” Lugano, “Canalini” Sassuolo, “Suite 123” Milano.