Se addirittura una fashion icon come Daphne Guinness ha definito il grunge l’ultima era in grado di ispirare la moda, qualcosa vorrà dire. Il grunge, effettivamente, è stato l’ultimo movimento, guidato dalla musica, a toccare ogni tipo di espressione artistica; e oggi è ancora capace di sorprendere ispirando molti fashion designer nelle loro collezioni.
E’ la svolta dello stile grunge o, per meglio dire, neo grunge. Apparentemente trasandato e malconcio, ma nettamente riconoscibile, il look neo grunge si appropria di quel modello di vita e dell’immaginario di chi quell’epoca l’ha vissuta in pieno, a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta nella città di Seattle.
Scarpe sdrucite, jeans strappati, parka, camicie check (da boscaiolo) e magliette bucate; capelli lunghi e scapigliati e aria malconcia, il tipico mood heroin chic, carta vincente per molte modelle, tra cui Kate Moss.
In passerella, il neo grunge continua a contaminare le collezioni, specialmente quelle dei giovani: Creatures of the wind, Fashion East, Altuzarra, Mary Katrantzou e Alexander Wang, e anche McQ, la seconda linea di Alexander McQueen.
L’obiettivo è quello di coprire e ricoprire la donna, giocando sui livelli, sugli abbinamenti, sulle sovrapposizioni e irregolarità.
Portavoce assoluto dello stile grunge in passerella è Marc Jacobs, colui che nel 1992 introdusse lo stile dei giovani ribelli nel mondo del pret-à-porter.
Ma il grunge, nelle ultime sfilate, è stato portato anche da Isabel Marant, che ha vestito con abiti tie&dye, jeans patchwork, maglie over multicolor in fettuccia di cotone una donna molto easy; i gemelli Caten per Dsquared2 che hanno ricreato perfettamente l’atmosfera da Glanstonsbury festival; e Kenzo con la nuova coppia di designer, che ha rivoluzionato l’immagine della maison aggiungendo un bellissimo tocco streetwear.
Camicie indossate e annodate sopra un abito, gonne lunghe e ampie, stampe strane, abbinamenti insoliti tanto da sembrare che i capi siano messi insieme a caso, grandi cappelli o anche foulard annodati in testa, t-shirt allungate: niente che non abbiamo già visto. Che davvero il grunge sia l’ultima epoca in grado di ispirare la moda?