Moda del presente e del passato. Non c’è scampo da questo cocktail fatto di abiti ultramoderni e quelli che invece, dalla trama al taglio, per non parlare dell’odore, sembrano urlare “ Vintage è bello!”.
Ma mettiamola così, alla fine è divertente, sfogliare un giornale, guardare una vetrina e pensare…mia madre li portava…o meglio ancora.. dovrei averne uno uguale!
E allora eccoci a tirare fuori da soppalchi e soffitte, gli scatoloni del passato alla ricerca disperata di quell’indumento, che oggi non è più fuori luogo come un tempo, magari accorciando le maniche oppure cambiando i bottoni, ma che alla fine, è l’esatta copia dei must di stagione.
Potremo definirli abiti senza tempo o cimeli di bellezza, li trattiamo meglio delle nostre autovetture e forse sono gli unici abiti, che riponiamo con cura nell’armadio senza buttarli sulla prima poltrona della camera da letto, perché inconsciamente, sappiamo che possiedono un valore unico.
Per non parlare della soddisfazione che proviamo quando ci viene chiesto dove lo abbiamo comprato, e rispondendo altezzosamente “era di mia madre!”, è come dire che le probabilità che tu ne possegga uno identico, o lo possa trovare in qualche negozio, sono pressoché limitate.
Questi vecchi scatoloni o bauli, sono una fonte inesauribile di sorprese, è come comprare in un negozio, con la bellissima differenza che non dovrai pagare nulla, perché li possiedi da sempre senza saperlo, e ogni anno fai una puntatina nella tua storica boutique di famiglia per tirarne fuori i capi più in voga del momento.
Quest’anno, tanto per non abbandonare le tradizioni, ci conviene cercare direttamente il baule con sopra scritto “pizzo bianco”, perché la donna quest’estate vorrà sentirsi un po’ romantica ma anche sensuale, avvolgendosi in abiti che sembrano cuciti ad hoc sulla pelle, mostrandone una piccola ma delicata e pallida parte.
Dalle mise seconda pelle a quelle più ariose, per non parlare dei drappeggi, merletti e maxi gonne, che solo a guardarle ci rimandano all’immagine di quelle nonne che passavano ore con l’uncinetto alla mano, a creare perfette trame neanche fossero sarte di professione.
Inutile negarlo, è più grande la soddisfazione nell’indossare qualcosa di unico che possiede una storia, anche se magari è un po’ datato, che comprare in serie abiti, che probabilmente acquisteranno altre cento, mille persone.
Il vintage alla fine serve a questo, a farci sentire uniche e preziose, spesso privilegiate al pensiero che per fortuna, anche le nostre mamme e nonne, erano impossessate da quell’attaccamento morboso alla moda, tipicamente femminile, che gli ha impedito di sbarazzarsene, facendoti inconsapevolmente e a distanza di anni, un prezioso ed enorme ragalo.