Bipolarismo, doppelgaenger, doppio, mistero, occulto, relatività. Non sono i classici sostantivi da accostare ad un negozio di moda, eppure già sbirciando nella vetrina di “Miss France” ci si rende conto che non è un negozio come gli altri: lì accadono cose strane, infatti è proprio lei, Miss France, a spiegarci “se lo fai bene questo lavoro escono cose belle”.
In via della Scrofa, tra i vicoletti del centro storico di Roma, esiste dagli anni ’60 un piccolo negozio estremamente affascinante. E’ la testimonianza della relatività dello spazio e del tempo. Si chiama Miss France, in quanto la proprietaria, Maryse Fabre, è stata eletta Miss Francia nel 1956, ed è aperto solo la notte, dalle 22 alle 3.
Il negozio è molto piccolo ma al suo interno sono conservati almeno 40 anni di storia della moda, da Chanel ad Hermès passando per Max Mara e le scarpe originali di “Ballando con le stelle” (pop contemporaneo?). La relatività spazio-temporale emerge subito.
Varcando la porta di questa “boutique d’essay” ci si ritrova in un universo parallelo dove il tempo si è fermato e il comune senso dello spazio non è più così ovvio. In pochi metri quadrati convivono, in un armonioso caos, centinaia di vestiti e accessori da donna, uomo e bambino. Ed è proprio sul bambino che Maryse si è concentrata ultimamente, ci tiene infatti a sottolineare che ha moltissimi capi firmati, da Cacharel a Replay, a costo bassissimo.
“Questo non è un negozio dell’usato, è vintage scelto e seminuovo, troverai cose incredibili ed autentiche” ci racconta con orgoglio Miss France, ed è assolutamente vero. Dalla vetrina ad oblò sbucano timidamente, tra borse, tazze, giochi da tavolo, gonne e bretelle, un meraviglioso costume da bagno Yves Saint Laurent degli anni ’70, cravatte di seta Christian Dior e un portafogli Fendi.
E’ un luogo misterioso questo, dove ci si potrebbe perdere per giornate intere a scavare tra le montagne di oggetti e a farsi affascinare dalla gentile e simpatica proprietaria, che infine, nel salutarci, ci mostra delle bizzarre salopette di jeans e ridendo commenta: “chi le ha fatte era strano”.