Condivisione e miscela di culture ed emozioni, questi i punti cardine dell’accademia sud americana Semillero Uba, che con i suoi giovani talenti punta ad una visione innovativa della moda, dove il revival è considerato solo un lontano ricordo, e l’innovazione l’unica strada percorribile.
Frastornati da un mondo in subbuglio, dove ogni valore viene capovolto, la creatività è accantonata e messa da parte, vista come la pecora nera della società, e la si sostituisce alla falsa sicurezza dell’omologazione. In un panorama fatto di angoscianti revival, si dimentica il più delle volte cosa voglia dire fantasticare il futuro. Fortunatamente non è per tutti così, c’è sempre l’eccezione che conferma la regola. Stiamo parlando di Semillero Uba, l’accademia sud Americana che ogni anno sforna giovani talenti che si mimetizzano nella moda fino a diventarne parte. Sono poco più di vent’anni, che questa vetrina di creativi contribuisce in modo consistente nel settore, rappresentando una delle forze trainanti per la ricerca e la sperimentazione. Grande è l’esempio di Magalí Belingüeres e Marcelo Giacobbe, e della loro capacità di mescolarsi con realtà a loro apparentemente lontane, trovandone una connessione e perdendosi in loro come in un camouflage. Non dimenticando le loro origini, spaziano infatti tra popoli Maya e cultura Zapatista. Allo stesso modo spiccano i nomi di Adina Laura Achim ,visionaria e all’avanguardia e Maria Augustina Troyer con la sua moda ribelle e combattiva. Un viaggio quindi verso l’unione di due mondi, quello della moda e delle realtà visive di ogni genere. Lo sbaglio che probabilmente l’uomo compie, è quello di non osservare ciò che lo circonda, nutrendo timore per la contaminazione e aggirandosi continuamente solo, con la paura di mescolarsi e riconoscersi, per poi infine evolversi. Un uomo che ad occhi chiusi, pretende di correre verso il futuro.
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