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Liu Bolin è un artista cinese, nato a Shandong nel 1973. Il lavoro che lo ha reso famoso nel mondo, Hiding the city, è ora esposto alla Eli Klein Fine Art di New York. Si tratta di fotografie – autoritratti nello specifico – molto particolari, all’interno delle quali Liu si mimetizza. Si posiziona nel punto specifico dell’inquadratura per poi farsi dipingere e fotografare secondo le forme e i colori dell’ambiente fino a ‘scomparirci’ dentro.
Dress tende, il progetto a cavallo tra l’arte e la moda delle due artiste Robin Lasser e Adrienne Pao, vede protagonista una femminilità che, con ironia, gioca con il suo aspetto, mimetizzando il suo corpo nella natura e in texture animali, che ne camuffano le forme ma non la sua sensualità.
“L’architettura deve rispettare il luogo, integrarsi con esso, ascoltare cioè il suo genius loci”- Christian Norberg-Schulz. L’architetto, teorico e critico norvegese, che più volte nei suoi
Una dimensione piena di riferimenti per questo autunno-inverno 2011/2012. Morbide e voluminose pellicce in volpe, chinchilla dai tagli orizzontali, in diagonale e irregolari, alle nuance di colore più svariate. Quest’anno, vedremo come sbilanciando le proporzioni ci si può trovare in un perfetto equilibrio, e sarà proprio quel “troppo” a fare la differenza. Immancabili anche le caleidoscopiche stampe con rimandi al mondo floreale e animale.
Nuova stagione, nuova tendenza. Quest’autunno inverno si prospetta eccentrico e pomposo, un desiderio rinnovato di osare negli accostamenti e nelle sovrapposizioni, abbandonando un concetto di minimal che forse non basta più a soddisfare la creatività dei designer.
Condivisione e miscela di culture ed emozioni, questi i punti cardine dell’accademia sud americana Semillero Uba, che con i suoi giovani talenti punta ad una visione innovativa della moda, dove il revival è considerato solo un lontano ricordo, e l’innovazione l’unica strada percorribile.
Grande è l’esempio di Magalí Belingüeres e Marcelo Giacobbe, e della loro capacità di mescolarsi con realtà a loro apparentemente lontane, trovandone una connessione e perdendosi in loro come in un camouflage.
Nella storia della musica la parola “Camouflage” è stata usata almeno una decina di volte, come titolo di canzoni, come nome di artista (band tedesca, genere synth-pop) o addirittura come Title Track di un album di Rod Stewart del 1984. Storicamente quasi ogni sottogenere musicale è stato saccheggiato dalla moda, in alcuni casi in maniera costruttiva e preservandone il messaggio iniziale, in altri stravolgendolo completamente.
Volendo rimanere nell’ambito del “contemporaneo” potremmo affermare che la musica elettronica è la musica che più si avvicina al concetto di “camouflage”.
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